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SERIAMENTE: QUALCUNO DI NOI HA MAI PENSATO CHE FOSSE OUT? Risposta scontata, su cui però Jo-Ann Furniss, ottima giornalista di Style.com, fa un ragionamento intelligente. Ovvero: una volta il nero era il colore del- la fashion people. Chi scrive, ricorda le sfilate del decennio tra i Novanta e i primi anni del Terzo Millennio, come un enorme raduno di blatte. Poi sono arrivati i blogger, i wannabe del “ci sono anch’io”, i famelici dell’invito, gli pseudoredattori delle riviste online che, pur di ottenere una presenza qualsiasi su qualsiasi social network, hanno pensato che per farsi notare sarebbe stato giusto vestirsi da contadinella bulgara, ballerina basiliana, trapezista, astronauta drogato e così via, in un clash cromatico via via più assurdo e stridente dove non c’era un colore - tra abiti e accessori - che non facesse a cazzotti con un altro. Nella medesima mise, ovvio. Costretti dalla brama di notorietà a girarsi da tutti i punti di vista come dei kebab sul girarrosto, hanno fatto sì che vestirsi di nero diventasse un accadimento privato, più che pubblico.
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Il titolo del volume (che reca un’affettuosa prefazione di Adriana Mulassano) è tratto da un’intervista che Armani concesse nel 1982 a Paolo Mosca, la cui versione completa suonava così: “I cretini non sono mai eleganti. Gli intelligenti, invece, anche con due stracci addosso sono vestiti logicamente, quindi sono sempre eleganti”. Poteva essere più chiaro ed esaustivo? D’altronde, egli ha sempre avuto i piedi ben piantati per terra e per lui la moda è stata ed è essenzialmente un “fare vestiti”. Tiene a precisare infatti: “Trovo imbarazzante parlare di arte quando mi riferisco al mio lavoro, che è di fatto un’operazione molto democratica. Per questo non possiedo quadri esclusivi: non capisco chi colleziona e si vanta di possedere opere che gli altri non possono vedere”. La sua “filosofia” comunque sta tutta qui: “Bisogna accorgersi che sotto all’abito c’è un corpo che pulsa, che sotto questi vestiti c’è un uomo che non è più a disagio se ha scoperto una piega, un’imperfezione. I miei capi non richiedono prove e misurazioni. Si infilano e basta”.,
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